Platone- La teoria delle idee

Platone sostiene che, proprio come Socrate, l'anima diventa buona grazie alla conoscenza: se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male. 
Platone vuole stabilire che cosa siano il bene e i valori assoluti e in che modo su possa giungere a conoscerli. 

Il filosofo riconosce che i sensi non consentono di prevenire a un'idea unica de bene (può essere piacere, buona salute...). Ciò che quindi è valido per me, in un determinato punto di vista e una determinata circostanza, può essere non valido per qualcun altro. 

Platone dice che non è possibile trovare il fondamento di un sapere certo e oggettivo. Esistono però, dei criteri di verità immutabili e universali, quindi validi per tutti. 
Esempio: "Socrate è buono" --> esiste l'idea assoluta di Bontà che ci consente di formulare questi                                                              giudizi. Se non esistessero questi parametri oggettivi (costituiti dalle                                                          idee), non potremmo pronunciare alcuna affermazione con un valore                                                        universale. 

La seconda navigazione

Platone chiarisce l'itinerario intellettuale che lo porta all'elaborazione della teoria delle idee, facendo ricorso a una metafora marinaresca: 

1. la prima navigazione: si realizzava sospinti dal vento
2. la seconda navigazione: condizioni di mare calmo e senza brezza, comportava il ricorso ai remi

Il filosofo, deluso dalla prima navigazione, che ha compiuto sospinto dalle ricerche dei filosofi naturalisti, intraprende una seconda navigazione basata soltanto sulle proprie forze, che lo conducono alla scoperta del mondo delle idee. 

Platone si era posto il seguente interrogativo: non è possibile che le cause materiali dei fenomeni, quindi l'acqua, il fuoco, l'apeiron, siano solo cause "ausiliarie", "con-cause", strumenti al servizio di cause superiori e di diversa natura? 
Si domanda quindi se la causa di ciò che è sensibile, mutevole e perituro non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell'immutabilità, dell'eternità e dell'assolutezza. 

Quindi, ciò che fa si che ogni cosa sia come deve essere e come è bene che sia è una causa immutabile che va oltre al pianto contingente del sensibile. 

Si tratta di una conclusione che costituisce la prima dimostrazione razionale dell'esistenza di una dimensione al di là di quella fenomenica: ci sono due piani dell'essere: 
1. fenomenico e visibile: il mondo delle cose
2. meta-fenomenico e invisibile: il mondo delle idee


Le idee e la loro natura
Le idee di cui parla Platone sono vere e proprie entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendente dalla nostra mente (quindi delle sostanze immutabili e perfette) 

Per Platone le idee sono sottoposte in un altro mondo chiamato "iperuranio" (dal greco "al di là del cielo"). Lui le definisce "incorporee", ossia oggettive, non relative al soggetto ma aventi una natura "assoluta". Quindi non sono un pensiero, ma un vero e proprio essere. 


Il rapporto tra le cose e le idee
Platone parla di una relazione di mimèsi (=imitazione), sostenendo che le cose imitano le idee. 
Esempio: la sedia prodotta dall'artigiano è fatta a imitazione dell'"idea di sedia". 
In questo senso le idee sono paradigmi o modelli universali della realtà.  

Parla anche di una relazione di partecipazione o metessi: le cose sensibili partecipano in qualche modo della perfezione delle corrispettive idee nel mondo ideale. 
Esempio: le cose quardrate partecipano all'idea di Quadrato 

Parla poi di presenza o parusìa delle idee nelle cose: il mondo sensibile non è che una rivelazione o espressione visibile di quello ideale
Esempio: nell'azione giusta si rivela e prende corpo l'idea di Giustizia

Platone voleva ristabilire una continuità e un legame tra il mondo ideale e quello sensibile (un'esigenza che avvertirà per tutta la vita)




Il mondo ideale mantiene la priorità assoluta rispetto a quello sensibile in quanto le idee rappresentano sia le cause sia il metro di paragone delle cose: ad esempio se noi consideriamo bella o buona una persona o un'azione, ciò dipende dal fatto che esse ricevono queste qualità dalle rispettive idee della bellezza e della bontà. 

Platone, identificando la verità con le idee, elimina ogni forma di scetticismo e di relativismo e raggiunge un punto di vista assoluto e universale. La sua dottrina mette capo a una metafisica delle idee che fonda e giustifica i concetti e il linguaggio al di là di ogni possibile dubbio

La classificazione delle idee
Platone ha provato a descrivere la sua articolazione: le idee sono distinte in due tipologie: 
1. le idee di valori morali, estetici e politici (bene, bellezza, giustizia...)
2. le idee di enti geometrico-matematici (il numero, il cerchio, la linea, il quadrato...)

Tuttavia, esistono anche idee di oggetti naturali (piante, uomini, animali...) e di oggetti artificiali o manufatti (letto, tavolo, casa...)

Quindi Platone giunge che a ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale. 
Esempio: le cose bianche richiedono l'esistenza dell'idea di "bianchezza"

Platone sostiene che il "bene" sia qualcosa di divino. Il bene è dunque la causa universale di tutto ciò che è buono e bello., proprio come il sole, la cui luce permette di vedere tutte le cose. Il bene costituisce l'armonia e la ragion d'essere del tutto, ciò che da valore a tutte le altre idee. 

Il superamento di Parmenide
Anche Parmenide sostiene che le idee siano eterne, incorruttibili e immutabili. Parmenide però, sostiene che l'essere è unico e immobile. Per Platone questa posizione è insostenibile e, dice che bisogna avere coraggio del "parricidio", cioè uccidere il "padre" Parmenide. Nel dialogo "Sofista", Platone compie il parricidio parminideo. Le teorie dei due filosofi entrano in contrasto, proprio perchè Parmenide afferma che l'essere è unico, mentre Platone reputa che l'essere sia molteplice. 

Secondo Platone, l'idea può entrare in relazione con altre idee in virtù dei suoi cinque attributi fondamentali, i cinque generi sommi: 

1. l'essere
2. l'identico
3. il diverso
4. la quiete
5. il movimento

In ogni idea si potrebbe quindi dire che essa: 

è identica a sè stessa
è diversa dalle altre
è quiete ed in movimento


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